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STRADA FERRATA DA GENOVA A VOLTRI AZIONE DEL 1853 di Alberto PUPPO

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Oggi parliamo di un’azione al portatore del 1853 emanata da una Società anonima a cui il governo del Regno di Sardegna dà il compito di costruire una ferrovia per collegare Genova a Voltri.

Il governo piemontese, all’avanguardia in Italia e in Europa nella costruzione delle strade ferrate, decide di affidare all’industria privata le linee da Genova a Voltri, da Torino a Pinerolo, da Santhià a Biella. L’anno successivo quelle da Valenza a Casale e Vercelli; da Alessandria a Stradella con diramazione da Tortona a Novi.

Nel 1856 quelle da Alessandria ad Acqui e da Chivasso a Ivrea; nel 1859 quelle da Torreberretti a Pavia e da Novara alla Cava d’Alzo sul Lago d’Orta. Tra gli artefici di questa grande espansione delle linee ferroviarie bisogna annoverare il ministro Paleocapa. Grazie alla sua lungimiranza, il governo del Regno di Sardegna, nonostante tutte le gravi difficoltà che si presentano (soprattutto in Liguria) con i suoi monti, fiumi e torrenti, in pochi anni realizza una rete ferroviaria che, oltre alle comunicazioni interne, gli assicura la congiunzione con le linee degli Stati vicini. È appunto il Regno sabaudo a concepire e a sostenere la grandiosa idea di aprire, attraverso le Alpi, la prima via al commercio internazionale e non tarda a preparare i mezzi per effettuare la gigantesca impresa, culminata poi nel 1870, con il grandioso traforo del Cenisio. L’idea di una ferrovia costiera per la Liguria nasce invece nel 1857 con quella che allora viene chiamata Ferrovia delle Riviere Liguri. Nel marzo dello stesso anno inizia la sua costruzione con lo scopo di collegare il fiume Varo (a ovest di Nizza), allora confine del Regno di Sardegna con la Francia, al fiume Magra che segna il confine con il Ducato di Modena.

Questa ferrovia rientra nell’ambizioso progetto di sistema ferroviario considerato da Camillo Benso di Cavour come fattore determinante di accelerazione del processo di unificazione italiana. Proprio negli anni cinquanta dell’Ottocento il Piemonte conosce una eccezionale espansione industriale. Col nuovo decennio si apre appunto l’epoca di Cavour:  nell’ottobre del 1850 viene chiamato al governo, inizialmente come ministro del Commercio e dell’Agricoltura e in seguito come ministro delle Finanze. Nel 1852 Cavour stringe un patto (il famoso connubio) con la sinistra di Urbano Rattazzi che gli permette di diventare in seguito primo ministro. Cavour non è amato né dal re né dal popolo, ma dimostra a tutti di avere un’indubbia capacità amministrativa e ben presto la sua figura politica assume un ruolo chiave nel prosieguo del Risorgimento. Conscio della situazione degli altri Paesi europei, inizia una serie di riforme che contemplano, tra l’altro, la canalizzazione del Vercellese, i finanziamenti alle industrie e appunto la creazione di una capillare rete ferroviaria.

In politica estera il regno spicca per dinamismo e nel 1855 si allea con la Francia nella guerra di Crimea contro la Russia. Cavour considera infatti l’intervento un buon trampolino di lancio per entrare a far parte del gioco politico europeo, ed invia un corpo di bersaglieri a combattere a fianco degli alleati. Strategia che gli consente si sedersi al Congresso di Parigi tra le nazioni vincitrici. La rete diplomatica di Cavour si espande sempre più e a Plombières, una stazione termale nel massiccio dei Vosgi, il 20 luglio 1858 Cavour stringe un’alleanza segreta con Napoleone III.

Tale accordo prevede, in caso di attacco austriaco, l’intervento dei francesi a fianco del regno di Sardegna. In caso di vittoria, in cambio di tale aiuto, alla Francia sarebbe stato ceduto il ducato di Savoia e la contea di Nizza insieme alla possibilità di controllare indirettamente l’Italia centrale. Questa alleanza costituisce il viatico di quello che sarà il triennio che condurrà, il 17 marzo 1861, alla proclamazione del Regno d’Italia.

 

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Alberto PUPPO
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