Biglietti di stato per il cambio delle monete nelle terre redente.
Occupazione Diaz
Il Regio Esercito stava portando a termine le operazioni di guerra contro gli austriaci e molte città importanti come Trento, ove le truppe italiane erano entrate il 3 novembre, Bolzano e Udine, avevano provveduto a stampare propri buoni per sopperire alla mancanza di circolante.
Le corone dell’impero Austro-Ungarico, qui usate, erano state integrate con buoni che in alcuni casi erano espressi in lire italiane, in altri con biglietti sempre indicanti quella valuta. Con la conquista di questi territori la lira italiana doveva quindi divenire la valuta ufficiale ma occorreva una legge specifica che ne decretasse la validità.
Nell’attesa di ciò il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Armando Diaz, emanò un’ordinanza che introduceva la monetazione italiana nel territorio occupato con obbligo di accettazione, stabilendo anche il cambio da effettuarsi, stabilito in una corona contro 40 centesimi di lira. Furono utilizzati allo scopo i buoni di cassa ed i biglietti di Stato di Vittorio Emanuele III, nei tagli da 1-2-5 e 10 lire recanti determinate serie, stabilite ed indicate nell’ordinanza.