Filatelia

La morte della regina Vittoria

Oggi è il 117° anniversario della morte della regina Vittoria.

Sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dal 20 giugno 1837 e Imperatrice d’India dal 1876 fino alla sua morte, il suo regno, durato più di 63 anni e mezzo, resta per ora il più lungo di tutta la storia britannica, anche se questo primato potrebbe essere infranto dalla regina Elisabetta II fra meno di 8 mesi. Oltre ad essere regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, fu la prima a fregiarsi del titolo di imperatrice d’India. Il suo lunghissimo regno, che viene anche conosciuto come “epoca vittoriana”, fu segnato da una grande espansione dell’Impero Britannico, e fu preceduto dalla prima rivoluzione industriale, un periodo di grandi cambiamenti sociali, economici e tecnologici nel Regno Unito. Vittoria fu l’ultimo sovrano britannico del Casato di Hannover, poiché il suo successore, nonché suo figlio, appartiene alla Casa dei Sassonia-Coburgo-Gotha, ossia la casata del padre. 
Per rendere omaggio a quella che fu senz’altro una delle più importanti regine di tutti i tempi, e visto l’altissimo numero di emissioni in cui compare la sua effigie, abbiamo scelto simbolicamente l’esemplare che viene considerato il primo francobollo del mondo, il celeberrimo Penny Black del 1840 (in realtà venne distribuito insieme al suo gemello da 2 penny in azzurro), e l’ultimo francobollo a lei dedicato, un valore da 1,10 sterline stampato nel 2011 per celebrare il casato degli Hannover. 

la-morte-della-regina-vittoria2Nel 1901, alla morte della regina Vittoria, l’impero britannico ricopriva un quarto delle terre emerse e comprendeva un quinto della popolazione mondiale. Milioni di Inglesi emigrarono oltreoceano, soprattutto negli Stati Uniti, ma molti anche nelle colonie. Questi insediamenti bianchi acquistarono gradualmente l’autogoverno, pur senza perdere il loro carattere britannico.
La grandezza dell’impero era celebrata ovunque. Il poeta e scrittore Rudyard Kipling (1865-1936) aveva già elaborato la «coscienza imperiale» britannica nei suoi romanzi, compresi i famosi due Libri della giungla(1894-1895); fu consacrato cantore dell’impero con i versi di The Seven Seas (I sette mari, 1896) e Five Nations (Cinque nazioni, 1903) Nel 1897, il sessantesimo anniversario del regno della regina Vittoria fu celebrato con una pompa degna dell’impero romano. La guerra anglo-boera (combattuta tra 1899 e 1902 per il controllo del Sudafrica e delle sue risorse tra Inglesi e i Boeri discendenti dei coloni olandesi che vi si erano stabiliti nel sec. XVII) inferse un duro colpo a questa visione imperialistica. Occorsero tre anni e un esercito di 500.000 uomini per sottomettere un piccolo popolo di contadini. L’imperialismo divenne impopolare, e quando Joseph Chamberlain – già ministro delle Colonie ed entusiasta sostenitore della guerra in Sudafrica – propose nuove tariffe doganali per consolidare l’impero, ottenne il risultato di spaccare il Partito conservatore. Nelle elezioni del 1906 i liberali ottennero una netta maggioranza.
Le elezioni generali del 1906 riservarono un’altra sorpresa: per la prima volta entrò alla camera dei comuni un partito laburista, più sindacalista che socialista. Ben presto il governo liberale guidato da Herbert Henry Asquith (1908-1915), con il cancelliere dello Scacchiere David Lloyd George, diede avvio alle riforme sociali che costituirono la base del welfare state (Stato sociale o «assistenziale»): pensioni di anzianità, assicurazioni per la salute e per la disoccupazione attenuarono le durezze del sistema capitalista. La politica economica di Lloyd George provocò un conflitto con la camera dei lord che nel 1911 fu privata del diritto di veto sulla promulgazione delle leggi, conservando solo la facoltà di rinviarlo per due anni. I liberali inoltre approvarono finalmente la concessione di un governo autonomo all’Irlanda (Home Rule) suscitando 1’opposizione dei protestanti dell’Ulster, appoggiati dai lord.
La crescente tensione nei rapporti con la Germania, che nel 1904 portò allo stabilirsi di un’Intesa cordiale (Entente cordiale) tra Gran Bretagna e Francia, fu sostanzialmente dovuta a due ragioni: anzitutto la costruzione, dopo il 1900, di una grande flotta tedesca, che minacciava la supremazia inglese sui mari e provocò una vera e propria corsa agli armamenti navali; in secondo luogo, una rinnovata preoccupazione per l’equilibrio delle forze nel continente. Molti Inglesi, anche se certamente non tutti, erano persuasi che la Germania minacciasse l’indipendenza della Francia e che tale indipendenza costituisse un interesse vitale per l’Inghilterra. Quando tuttavia la Germania dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, liberali e laburisti esitarono. La spinta definitiva fu data dall’invasione del Belgio da parte della Germania, che portò in guerra una Gran Bretagna virtualmente unita e compatta sotto le bandiere del patriottismo.
Per la Gran Bretagna la guerra iniziò con l’invio in Francia di un solo modesto corpo di spedizione; l’impegno s’accrebbe via via; l’indebolimento francese costrinse gli Inglesi ad assumere gli oneri maggiori sul fronte occidentale; alla fine l’esercito inglese contava 5 milioni di uomini, quasi tutti volontari. La Gran Bretagna uscì dalla guerra diversa da come v’era entrata, e solo apparentemente vittoriosa. Nella storia esperienze collettive e individuali si incrociano. Kipling perse il figlio in guerra; i suoi ultimi libri saranno molto diversi dai precedenti.

Se volete approfondire la vita della monarca che regnò più a lungo nella storia del Regno Unito e l’espansione dell’impero britannico durante l’epoca vittoriana potete farlo sfogliando le pagine del 12° volume de La Storia – L’età dell’imperialismo e la prima guerra mondiale nella biblioteca dell’Antica Frontiera.

Alberto PUPPO
Founder of: SCRIPOMUSEUM.COM Historical digital Museum for collector of stock and bond, MUSEUM ON THE HISTORY OF FINANCE"SCRIPOMUSEUM.COM".
Translate

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazioneAbilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi.

 

>> Cookie Policy <<