Oggi è l’807° anniversario della conquista di Béziers da parte dei crociati, uno spaventoso bagno di sangue che si concluse con il massacro di ventimila persone. La Francia ha ricordato il comune occitano nel 1968, in occasione del 41° congresso delle società filateliche tenutosi proprio in quella città. Il bel francobollo litografico da 40 centesimi raffigura la cattedrale di Saint Nazaire e il ponte vecchio sull’Orb.
La crociata contro i catari di Linguadoca – gli albigesi, così chiamati dalla città di Albi – e il IV concilio Lateranense avevano codificato linee e principi d’azione: definizione dei limiti istituzionali delle esperienze religiose innovative, violenza repressiva verso i dissenzienti, più preciso inquadramento dei fedeli.
La decisione di indire la crociata all’interno della cristianità fu presa nel 1208 a seguito dell’assassinio di un legato pontificio ad opera di armati del conte di Tolosa. Ma essa rispondeva a un disegno concepito anteriormente e a una logica repressiva progressivamente radicalizzatasi. L’idea di un’intrapresa massiccia e militare per estirpare l’eresia dove essa allignasse con particolare virulenza non è nuova, e troverà la sua definitiva sanzione con il canone Excommunicamus del concilio Lateranense del 1215. In Linguadoca le azioni armate iniziarono nel 1209 e si protrassero a vari intervalli per un ventennio. Furono stragi – come era logico aspettarsi in una guerra, per “santa” che fosse – delle quali le fonti non tacciono tutta la cruenta drammaticità. Non mancò il compiacimento per i positivi risultati che si stavano conseguendo. “La città di Béziers fu presa e poiché i nostri non guardarono né a dignità, né a sesso, né a età, quasi ventimila uomini morirono di spada. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: in questo modo la colpì il mirabile castigo divino”: tale resoconto scrissero i legati pontifici Arnaldo e Milone per comunicare a Innocenzo III la conquista crociata di Béziers, e la lettera fu inserita nel registro ufficiale di cancelleria ad attestare l’importanza dell’avvenimento. La crociata divenne guerra di conquista dei baroni dell’Île-de-France, guidati da Simone di Montfort, e occasione per l’estensione del potere del re di Francia sul Mezzogiorno. La civiltà occitanica subì un grave colpo e non resse l’urto. Le Chiese catare di Linguadoca furono decapitate, i non molti perfetti sopravvissuti trovarono rifugio nell’esilio o nella clandestinità, né mai più furono ripristinate condizioni politiche e culturali che potessero favorirne una rinascita.
Se volete approfondire l’epoca buia e sanguinosa delle guerre di annientamento organizzate dalla Chiesa cattolica contro i cosiddetti eretici potete farlo sfogliando il 5° volume de La Storia – Dall’impero di Carlo Magno al Trecento