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GRANDUCATO DI TOSCANA MONTE DI PIETA’ DELLA CITTA’ DI FIRENZE DECRETO 12 SETTEMBRE 1645

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Questo certificato di deposito si può  considerare tra i più antichi documenti bancari italiani. Risale all’epoca del Granduca Ferdinando II di Toscana, il cui padre Cosimo, nel 1616 a Firenze procede alla riforma del Monte di pietà, che da tempo svolge una complessa attività bancaria, dotandolo di una rendita garantita da entrate pubbliche. Sostituisce al sistema del deposito con interesse, praticato fino ad allora, la vendita di luoghi di Monte. La riforma si ispira alla preoccupazione di evitare censure ecclesiastiche contro l’attività del Monte, che nella sostanza non subisce però profonde modifiche e con il suo capitale è in misura crescente strumento di controllo di larga parte del mercato fiorentino della lana e della seta e base per una politica di ampi prestiti internazionali. Ferdinando II di Toscana nasce a Firenze nel 1610. Il suo regno dura ufficialmente ben 42 anni: dal 1628 al 1670.

https://youtu.be/qpzAygWCeEA

Nel 1621 muore il padre Cosimo II. Il testamento prevede che alla madre Cristina di Lorena e alla nonna Maria Maddalena si affianchino nel disbrigo degli affari di Stato l’arcivescovo di Pisa Giuliano Medici, il conte Orso d’Elci, Niccolò dell’Antella e il marchese Fabrizio Colloredo    .

Il 14 luglio 1628, Ferdinando II diventa granduca a tutti gli effetti e subito si fa amare dai sudditi per il carattere mite e semplice: trovando le finanze dissestate, riduce considerevolmente le spese di corte.

La sua popolarità aumenta ancor di più quando, nel 1630, a differenza di molti altri membri della nobiltà e del governo, Ferdinando ed i suoi fratelli prestano personalmente soccorso alla popolazione colpita da una terribile epidemia di peste che uccide il 10 % della popolazione del Granducato, provocando forti scompensi economici

Durante il suo lungo regno, Ferdinando condivide il potere con i fratelli, Giovan Carlo, Mattias e Leopoldo, con i quali stabilisce un’ottima collaborazione.

Nonostante l’impegno e la capacità riconosciuta da molti storici, il regno di Ferdinando II vede i primi segnali di decadenza dell’economia toscana dovuti principalmente ai danni della peste del 1630 e alla disastrosa congiuntura economico e politica internazionale culminata con l’oneroso intervento toscano nel corso della Guerra di Castro.

Nonostante ciò, Ferdinando prosegue le opere di bonifica della Chiana, cura la produzione agricola, in particolare quella di vini, oli e di seta greggia, riduce sensibilmente i dazi interni e tenta di abbattere le barriere corporativistiche che limitano lo sviluppo dell’industria della lana e della seta.

MONTEDIPIETA1645
In politica estera Ferdinando II si comporta all’insegna della cautela, cercando di bilanciarsi tra Francia e Spagna: nel 1635 cerca vanamente di creare una lega di stati italiani che potesse opporsi alle due potenze; nel 1643 entra nella seconda guerra di Castro per impedire un rafforzamento dello Stato Pontificio ai confini meridionali del Granducato.

La guerra dissesta ancora di più le casse dello Stato, tanto che in alcune zone agricole ritorna in auge la pratica del baratto a causa dei forti problemi monetari. Sotto il suo regno, il territorio del Granducato viene allargato, attraverso le compere della contea di Santa Fiora (1633) da un discendente degli Sforza, e di Pontremoli (1649) pagata 50mila fiorini d’oro alla Spagna.

Il Granduca è anche un appassionato di astronomia a tal punto da tenere a Palazzo Pitti barometri, termometri ed altri strumenti tecnologici. Aiuta economicamente ricercatori come Galileo Galilei, Evangelista Torricelli e Vincenzo Viviani.

Nel 1642 fonda la Sperimentale Accademia Medicea mentre nel 1654 inaugura il primo servizio meteorologico del mondo con l’ausilio del gesuita Luigi Antinori.

Unica ombra della sua azione il processo dell’Inquisizione a carico di Galileo Galilei nel 1633, ma va detto che Ferdinando fa poi il possibile per assicurare il massimo benessere al fisico durante il confino ad Arcetri.

Ferdinando muore il 23 maggio del 1670 per un ictus a seguito di un aggravamento dell’idropisia che da tempo lo affligge.

Come dicevamo all’inizio dell’articolo il documento di cui parliamo oggi è molto raro, la sua variante grafica ne fa praticamente un pezzo unico. Il suo valore di mercato attuale si aggira intorno ai 5mila euro, altissime quindi le potenzialità di crescita.

Il titolo in questione, emanato dal Monte di pietà di Firenze, nuovo monte non vacabile, ci dà lo spunto per fare una breve storia dei Monti, i quali risalgono alle medioevali istituzioni di credito su pegno. Dal XVI si procuravano i fondi ricevendo depositi in contanti dai cittadini dietro il rilascio di certificati di credito nominativi detti Luoghi (termine che sta ad indicare quote di capitale). Con la progressiva evoluzione del sistema bancario i Monti diventano veri e propri istituti di credito, alcuni dei quali tuttora esistenti. L’importo dei Luoghi era sempre elevato: in genere, presso i Monti fiorentini, il loro valore unitario era di 100 scudi, cifra di tutto rispetto per l’epoca e di certo fuori dalla portata del piccolo risparmiatore. Così per rendere possibile l’investimento a tutti, fu consentita anche la collocazione di porzioni di luogo, purchè non inferiori ad un quarto (25 scudi). I Luoghi si definivano vacabili se a fondo perduto, ovvero estinguibili con la morte del montista ( in tal caso rappresentavano puri certificati di rendita vitalizia) oppure non vacabili  se redimibili (in tal caso assumevano la qualità di titoli rappresentativi di capitale, trasmissibili e duraturi).

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Alberto PUPPO
Founder of: SCRIPOMUSEUM.COM Historical digital Museum for collector of stock and bond, MUSEUM ON THE HISTORY OF FINANCE"SCRIPOMUSEUM.COM".
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