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GRANDUCATO DI TOSCANA – MONTE DEI PASCHI DI SIENA 1624

È la banca più antica in attività. Parliamo del Monte dei Paschi di Siena, che ha vissuto il periodo di maggior crisi recentemente: nel 2011. Il documento preziosissimo di cui parliamo oggi, infatti, è stato emesso nel 1624. La banca più longeva al mondo nasce nel 1472 come monte di pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena. L’istituto di Palazzo Salimbeni viene fondato dalle Magistrature della Repubblica di Siena con il nome di Monte Pio nel 1472, anno in cui venne approvato il suo statuto che trae origine dallo “Statuto dei Paschi”, redatto dai Senesi nel 1419 per la regolamentazione di tutte le attività inerenti all’agricoltura e alla pastorizia in Maremma.

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[riproduzione fotografica del manoscritto: Archivio di Stato di Siena, Consiglio Generale, 234, c. 93r ] INCIPIT DELLA DELIBERA DEL CONSIGLIO GENERALE DEL COMUNE DI SIENA CHE STABILISCE LE NORME CON CUI DOVEVA ISTITUIRSI E REGOLARSI IL «MONTE DE LA PIETÀ» (altrimenti detto Monte Pio), 4 marzo 1471 (secondo lo “stile senese”, ma in realtà 1472) «Anno Domini MCCCCLXXJ, indictione Va, die vero iiij martij Generali Consilio Campane magnifice Civitatis Senarum solemniter, in sufficienti numero et loco consueto, convocato et congregato, servatis servandis, etc. proposui et dixi ego notarius reformationum, de mandato Magnifici Prioris, et ex solenni deliberatione ipsorum Magnificorum Dominorum Capitanei Populi et Vexilliferorum magiororum in hunc modum, videlicet: Quoniam in Consilio Populi et Populariorum magnifice Civitatis Senarum fuerunt vincte et obtente certe provisiones pro Monte Pietatis noviter faciendo quas legi audistis in presenti Consilio, que ut habeant debitam perfectionem, est opus eas de novo approbare in presenti Consilio; qua propter, si videtur et placet presenti Consilio et suis consiliariis ipsas provisiones approbare et solemniter deliberare quod fiat et exequatur ut in eis continetur, in Dei nomine consulatur. Quarum tenor talis est, videlicet: In Dei nomine. Amen. Certi cittadini electi et deputati per li Magnifici Signori a ffare provisioni. Considerato quanto honore et laude si atribuisca a ogni republica ad prove- -dere che le povere o miserabili o bisognose persone, ne’ loro bisogni et necessità, sieno adiutati et subvenuti, et quanto questo sia accepto ad Dio, desiderando sopra a questo fare qualche utile provisione, provid- -dero et ordinaro che per lo advenire ne la città di Siena sia di conti- -nuo il Monte de la Pietà, ordinato come appresso si contiene, et prima: […] [CONTINUA A c. 93v]». Fonte: https://www.mpsart.it/informati/news-eventi/Pagine/4marzo_anniversario_Monte.aspx
Dopo l’annessione di Siena al Granducato di Toscana le attività del Monte Pio si espandono al di fuori di quella del prestito su pegno senza interessi, ed in particolare incomincia l’attività di credito fondiario ai possidenti agrari. Nel 1580 il Monte assume i caratteri della “banca pubblica” in quanto incomincia a svolgere la funzione di esattoria.

Nel 1624 nasce un secondo monte, specializzato nel credito agrario, chiamato Monte non vacabile dei Paschi della città e stato di Siena, cui il Granduca Ferdinando II concede a garanzia dei debiti le rendite dei pascoli demaniali della Maremma (i cosiddetti “Paschi”). Proprio il documento allo studio oggi è stato emanato dal Monte non vacabile dei Paschi

Nel 1629 scoppia un grave scandalo che coinvolge il camerlengo dell’istituto in carica tra il 1602 e il 1622, e cioè Armenio Melari. Viene infatti accusato dalle autorità cittadine di aver sottratto 40mila scudi (2 milioni di euro attuali) dalle casse del Monte e condannato a morte tramite impiccagione. Il condannato pare però che sia riuscito a fuggire e a nascondersi in un convento, facendo perdere ogni traccia.

Nel 1783 i due monti vengono unificati e la banca assume l’attuale denominazione nel 1872.
Con l’unità d’Italia la Banca estende la propria attività in tutta la penisola italiana, dando inizio a nuove attività, tra cui il credito fondiario, prima esperienza in Italia.

Nel 1929 la Banca partecipa alla fusione tra Credito Toscano e Banca di Firenze dando vita alla Banca Toscana.

Con la legge bancaria del 1936, il Monte dei Paschi di Siena viene dichiarato istituto di credito di diritto pubblico. La Banca si dota quindi di un nuovo statuto che, pur con varie modifiche, resta in vigore fino al 1995: in base ad esso, nelle nomine di vertice vengono compartecipate le autonomie locali senese e toscana

Nel periodo che va dal 1990 al 1995, il Monte dei Paschi di Siena è la prima banca in Italia a diversificare la propria attività nella bancassicurazione, con Monte dei Paschi Vita. Tramite Ducato Gestioni opera nei fondi comuni d’investimento. Nel 1990 acquisita il controllo del Mediocredito Toscano e dell’INCA (Istituto Nazionale per il Credito Agrario), le cui attività confluiscono in MPS Banca per l’Impresa e successivamente in MPS Capital Services. Acquisisce inoltre partecipazioni di controllo in banche estere, in Belgio, in Svizzera e in Francia.

Il decreto del Ministero del Tesoro dell’8 agosto 1995 dà origine a due enti: la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ente no-profit. La Fondazione MPS ha sede nel Palazzo Sansedoni. Quest’ultimo un ente no-profit che ha per scopo statutario finalità di assistenza e beneficenza, nonché di utilità sociale nei settori dell’istruzione, della ricerca scientifica, della sanità e dell’arte, soprattutto con riferimento alla città e alla provincia di Siena.

Il 25 giugno 1999 la Banca Monte dei Paschi di Siena viene quotata sulla Borsa Valori di Milano con un’offerta pubblica che fa registrare richieste di acquisto pari a dieci volte l’offerta.

Con la quotazione in Borsa comincia un’intensa fase di espansione territoriale e operativa. Vengono acquisite partecipazioni in significative banche regionali con forte radicamento territoriale, tra cui Banca Agricola Mantovana (BAM) e Banca del Salento (poi Banca 121). L’acquisizione della BAM permette alla Banca di incrementare la sua presenza nell’Italia settentrionale, quella della Banca del Salento principalmente nel meridione. Si dà vita al potenziamento delle strutture produttive, nel settore del credito specializzato e dei prodotti finanziari per le imprese, così come nel comparto del credito al consumo, con la società Consum.it, e nel settore dell’investment banking, nel risparmio gestito e nel parabancario, in particolare con la banca MPS Leasing & Factoring. Parallelamente, si procede con il riassetto organizzativo interno del gruppo, finalizzato all’applicazione di un modello specialistico multimercato.

 

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Il decreto del Ministero del Tesoro dell’8 agosto 1995 dà origine a due enti: la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ente no-profit. La Fondazione MPS ha sede nel Palazzo Sansedoni.

L’8 novembre 2007, il Monte dei Paschi di Siena annuncia con una nota di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per l’acquisto di Banca Antonveneta per 9 miliardi di euro, esclusa la controllata Interbanca che rimane di proprietà della banca spagnola.

Nel 2010 supera lo “stress test” effettuato dal Committee of European

Ma è il 2011 l’anno più duro per la banca che prima della crisi risulta essere la quarta banca italiana nella classifica delle 15 banche a maggiore capitalizzazione tra quelle quotate sulla borsa italiana. MPS chiude il 2011 con una perdita netta impressionante: 4,69 miliardi di euro.

Nell’assemblea dei soci del 27 aprile 2012, su indicazione della Fondazione MPS, viene nominato presidente del CDA della Banca Alessandro Profumo, già amministratore delegato di Unicredit dal 1998 al 2010, mentre amministratore delegato diviene Fabrizio Viola, che da gennaio 2012 è anche Direttore Generale.

Il 27 giugno 2012 viene approvato il nuovo piano di riassetto del gruppo Monte dei Paschi di Siena, fortemente improntato alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione. L’operazione prevede la soppressione di oltre 4.600 posti di lavoro con incorporazione delle controllate e chiusura di 400 filiali entro il 2015.

I sindacati dei dipendenti del Gruppo si oppongono questo piano di riassetto e indicono scioperi generali il 16 marzo 2012 e il 27 luglio 2012. Altissima è la partecipazione a tali iniziative, con adesione allo sciopero di circa l’85% del personale, con conseguente chiusura del 90% delle filiali su tutto il territorio nazionale. Folte manifestazioni di protesta (con cortei e comizi) si tengono a Siena (oltre quattromila partecipanti), e in altre città italiane. Tra le iniziative politiche in merito, nel maggio 2012, i senatori dell’Italia dei Valori, Elio Lannutti e Francesco Pardi, chiedono al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli, il commissariamento del Montepaschi.

A seguito dell’acquisto per 10 miliardi di euro di Antonveneta la banca subisce un pesante rovescio finanziario che coinvolge anche la Fondazione Mps, principale azionista. Il nuovo management presenta un piano industriale per il 2012-2015 di riduzione dei costi di 565 milioni di euro, cessioni di attività, svalutazione degli avviamenti (per una cifra da definire) e la richiesta di liquidità allo Stato Italiano per 3,4 miliardi di euro (per mezzo dei cosiddetti Monti bond).

Il 9 giugno 2014 inizia un aumento di capitale da 5 miliardi di euro molto diluitivo, destinato a stravolgere gli assetti azionari.

Il 26 ottobre 2014 sono gli stress test della Banca centrale europea a bocciarla. Per questo Mps è costretta a varare un nuovo aumento di capitale da 3 miliardi di euro nuovamente molto diluitivo fino al 90%, avvenuto dal 25 maggio all’inizio di giugno 2015, a solo un anno di distanza da quello precedente. Il titolo Mps perde il 39,2% in borsa nelle ultime 5 sedute di scambi azionari del mese d’ottobre del 2014.

Nel giugno del 2015 la banca termina il rimborso dei Monti bond. Mentre il capitale viene rimborsato in denaro una parte degli interessi (240 milioni) vengono rimborsati tramite azioni, rendendo lo Stato Italiano azionista della banca con il 4% del capitale.

Attualmente Mps costituisce, assieme alle altre società del gruppo, il terzo gruppo bancario italiano per numero di filiali dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo. È attivo sull’intero territorio italiano e sulle principali piazze internazionali.

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Il titolo di oggi quindi rappresenta uno dei documenti più importanti sia per quanto riguarda il livello storico che d’investimento della Scripofilia Italiana. Ci sono valutazioni contrastanti proprio per la rarità del documento: l’attuale prezzo si aggira sui 5mila euro decisamente sotto quotato rispetto ad un valore obiettivo che dovrebbe essere di circa 20/30 mila euro se rapportato a documenti di pari livello di altre nazioni.

Alberto PUPPO
Founder of: SCRIPOMUSEUM.COM Historical digital Museum for collector of stock and bond, MUSEUM ON THE HISTORY OF FINANCE"SCRIPOMUSEUM.COM".
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