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Coccarda Patriottica per il soccorso a Garibaldi

E’ il 15 Agosto del 1848, l’acqua del Lago Maggiore bagna la riva di Luino. Poco più il là il silenzio del lago viene interrotto dal rumore della battaglia: le truppe garibaldine, incuranti delle voci di armistizio, continuano la lotta contro gli austriaci ottenendo la prima vittoria su territorio italiano del Generale. Sul campo decine di feriti, 34 tra italiani e austriaci.

Figura I - Battaglia di Luino

Dalla riva opposta del Lago, una Signora di mezza età, Laura Solera Mantegazza, osserva quanto accade a Luino e alla sera, quando la battaglia è giunta al termine, si presenta a Garibaldi proponendogli di trasportare nella propria Villa estiva di Cannero (La Sabbioncella) i feriti, senza distinzione tra italiani ed austriaci. La guerra, ormai segnata, volge al termine e le truppe garibaldine dovranno arrendersi di li a pochi giorni, ma l’incontro tra Laura Mantegazza e Giuseppe Garibaldi è il preludio a un rapporto di stima e collaborazione, nonché di condivisione degli ideali patriottici che caratterizzano il periodo di guerre per l’indipendenza della Nazione.

L’occasione propizia per mostrare l’impegno politico e la stima verso il condottiero Garibaldi è rappresentata dalla spedizione dei mille. Erano trascorsi oltre 10 anni da quel primo incontro quando, nel luglio 1860 Laura si attiva personalmente per una raccolta fondi da destinare alle truppe in camicia rossa che stanno combattendo in Sicilia. Predispone una “Raccomandata alle donne Italiane”, incitandole, con parole decise e pungenti, a prodigarsi per la distribuzione della “Coccarda Patriottica”, il “patriottico segno, il quale porta in fronte, coi colori nazionali, quell’immagine che vuol dire generosità, virtù, grandezza, eroismo, salvezza d’Italia, Garibaldi in somma!”.

Alla raccomandata vengono allegate le “norme per la distribuzione della coccarda patriottica”:

“La coccarda patriottica si provvede colla offerta di lira una italiana. Ciascuna di essa porta un numero e la indicazione della serie. Ogni serie giunge fino a mille, ed avrà dieci premii estratti a sorte, uno per ogni centinajo … vi saranno Comitati, perlopiù di signore, che faranno raccolta di doni e distribuiranno coccarde.”

Le coccarde riportavano sul fronte la bandiera italiana a strisce trasversali con la scritta “SOCCORSO A GARIBALDI” nella parte bianca, sormontata dall’effige del condottiero in uniforme. Il retro presentava un timbro “SOCCORSI PER LA SICILIA” e l’indicazione del numero di serie apposta a penna. Le dimensioni del biglietto erano molto ridotte (22*44mm circa).

Cronache dell’epoca riferiscono che della coccarda furono venduti 24.442 esemplari, un risultato che era al di sotto delle aspettative, probabilmente per via della diffusione di una diceria secondo la quale parte del ricavato sarebbe stato destinato a Mazzini, inviso alla popolazione milanese. Tale voce fu tuttavia smentita più volte, invano, dalla Mantegazza.

Figura II - Esemplare del secondo tipo

La maggior parte delle coccarde patriottiche conosciute, apparse sul mercato numismatico o riportate sui cataloghi di cartamoneta, riportano serie successive alla venticinquesima, evidentemente mai vendute, probabilmente ritrovate ancora in fogli, ma pronte per la distribuzione e la vendita, ovvero numerate e timbrate. Tali esemplari raffigurano il busto di Garibaldi con il viso e lo sguardo rivolti verso l’osservatore (Fig. II) e la colorazione della bandiera realizzata a stampa.

E’ stato rinvenuto recentemente, da una antica collezione, un rarissimo esemplare delle prime serie  (precisamente della seconda – Fig. III) che presenta delle varianti finora ignote: Garibaldi viene rappresentato con lo sguardo rivolto alla sinistra dell’osservatore,  vestito sempre in uniforme.  Il disegno è meno dettagliato e gli inchiostri usati per la stampa sono di minore qualità. Inoltre la colorazione della bandiera è realizzata a mano, probabilmente dalle operaie degli asili di cui la Mantegazza era stata fondatrice. Le dimensioni del biglietto rimanevano inalterate, stesso discorso per il retro, che riportava timbro e numero di serie.

Figura III - Esemplare del primo tipo

E’ evidente come la cura della stampa non potesse inizialmente essere molto elevata, considerati i tempi ristretti per la preparazione di un numero sufficiente di coccarde. La stessa venne evidentemente perfezionata in seguito; di qui la diversità nei biglietti delle ultime serie rispetto a quelli delle prime.

Per una semplice coincidenza è stato possibile ricostruire questa interessante vicenda che, come spesso accade, lega a doppio filo il collezionismo e lo studio dei nummi cartacei alla storia della Nazione, che ha visto partecipi anche donne di elevata statura morale come Laura Solera Mantegazza.

Fonte cartamonetaitaliana.com

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