La Misura del Tempo
Non e’ dato sapere quando l’Uomo inizio’ a sentire l’esigenza di misurare il tempo ma e’ logico immaginare che all’inizio l’uomo cacciatore non riuscisse ad andare oltre l’interpretazione dei grandiosi fenomeni del sorgere e del tramontare del Sole. Successivamente si interpretò la giornata coi movimenti del Sole ossia sole in ascesa, allontanamento dall’accampamento per la caccia, sole a scendere, necessita’ di raggiungere l’accampamento per trascorrere la notte al riparo dai pericoli.Eventi che si ripetono in modo preciso servono alla misura del tempo.La rotazione della Terra sul proprio asse serve a scandire i giorni e la rivoluzione della Terra attorno al Sole secondo le tre leggi di Keplero determina l’anno, ossia l’insieme di 365 giorni.
Comprendere il tempo ed il suo trascorrere e’ uno dei piu’ grandi traguardi di varie scienze e discipline, la fisica e la filosofia cercano da sempre ed invano spiegazioni definitive. In quest’ ottica, troviamo ancora attuale citare Sant’ Agostino il quale nell’undicesimo libro delle sue Confessioni affermava: ” io so’ cosa e’ il tempo ma quando me lo chiedono non so’ spiegarlo”.
E’ stata probabilmente l’osservazione dell’ombra proiettata sul terreno da un albero sufficientemente diritto a suggerire come tramite le modificazioni della lunghezza dell’ombra si potesse suddividere il tempo di ” luce” da quello di “buio”.Con l’evolvere della civilta’ ed essendo l’uomo un essere vivente “sociale” fu’ proprio per dare senso e ordine alle vicende storiche che sentì impellente il bisogno di misurare il tempo.La necessita’ di un “prima” e di un “dopo” nacque perche’ questo concetto e’ innato nel cervello di ciascuno e non potremmo esistere in modo razionale senza.
Faremo ora un breve racconto di come nacque il concetto di “ora”.Per noi e’ logico pensare all’ora come a quel sistema che ci ha accompagnati sin da fanciulli che si origina dividendo il giorno in 24 parti uguali inizianti alla mezzanotte.I primi a suddividere il giorno in 24 parti, 12 ore di luce e 12 ore di buio probabilmente furono i Caldei ,forse a imitazione dello Zodiaco in 12 segni e dell’anno in 12 mesi.Questa tipologia di ore viene chiamata “temporaria” o “giudaica” e nei secoli successivi “ora antica”.Poiche’ la durata delle ore di luce varia nel corso dell’anno, la durata dell’ora diurna era diversa da quella notturna e variabile col trascorrere dei mesi e delle stagioni. E’ questo il motivo per cui nei vecchi libri di gnomonica tali ore sono anche dette “ore diseguali” per distinguerle dalle ore eguali dei successivi sistemi orari.Ai tempi di Gesu’ Cristo questo sistema orario era usato sia dai Giudei che dai Romani essi numeravano le 12 ore del giorno “chiaro” come “ora prima” ,”ora seconda”, “ora terza” come testimoniato dai Vangeli ove narrano la Passione di Gesù. Dice Marco ( XV, 25-27) che Gesù fù crocifisso all'”ora terza” e che dall’ora sesta fino alla nona fù buio su tutta la Terra.
Il sistema cronometrico delle ore diseguali si radicò fortemente nella civilta’ dell’Uomo, cristiani e musulmani lo usarono per secoli nei loro riti religiosi. Dante conta il tempo in questo modo nella Divina Commedia e Cristoforo Colombo nella scoperta dell’America usa ancora salutariamente le ore temporarie.I cosmografi del XVI secolo continuavano ad insegnare la costruzione di orologi ad ore diseguali nonostante la diffusione ormai generale dei sistemi ad ore eguali.Riassumendo tutta la civilta’ mediorientale e occidentale per moltissime generazioni ha vissuto al ritmo delle ore diseguali temporali le quali si allungavano ed accorciavano al trascorrere dei mesi e delle stagioni.Successivo grande passo nella storia della cronometria fù attuato dagli Arabi i quali, attorno all’anno 1000 d.C. divulgarono la divisione del giorno in 24 ore eguali,secondo il sistema definito “equinoziale”. Il sistema fissava la fine del giorno e l’inizio del giorno successivo al tramonto del Sole ( ora 0 -24 ) e venne chiamato “sistema italico”.Tale sistema ebbe vasta diffusione nel mondo cattolico e in Italia restò in voga sino all’epoca dei nostri bisnonni.E’ possibile osservare ancora sui muri delle nostre chiese e sulle piu’ antiche e ben conservate case l’orologio solare ad ore italiche.Tale orologio indica quanto tempo manca al tramonto del Sole, sempre indicato come ore 24 e quindi quante ore di lavoro restano ancora nella giornata.Un altro sistema simile e’ detto Babilonese, in sostanza identico a quello italico ma che fissa l’inizio della giornata al sorgere del Sole anzichè al tramonto. Il terzo sistema equinoziale che dobbiamo citare è quello tuttora in vigore nel mondo civile detto sistema civile o astronomico.Diffuso dapprima in Francia, e quindi chiamato “francese”.Questo sistema inizia il computo delle 24 ore eguali alla mezzanotte. Tale sistema ha dovuto trascurare i fenomeni di sorgere e tramontare del Sole come elementi fondamentali, superando così un tenace tabu’ nella storia della misura del tempo. E’ infatti innegabile come gli istanti di sorgere e tramonto siano immediatamente riconoscibili ed invece l’accettare la mezzanotte era un “atto di fede” un tempo ed oggi è un “atto di fiducia” nelle moderne tecnologie.Questa doverosa e forse noiosa introduzione non vuole affatto essere troppo tecnica ma solo descrittiva. Studiando un poco la storia della misurazione del tempo si giunge ad apprendere come in Italia esistono le piu’ grandi meridiane a camera oscura del mondo. Una meridiana così concepita consta di un foro gnomonico generalmente posto sul tetto di un edificio e poi di una linea di transito ( generalmente una verga di ottone ) posta sul pavimento in penombra dell’edificio.Nulla meglio delle Chiese si presta ad ospitare tali enormi strumenti; se a ciò si aggiunge che spesso tra gli uomini di culto si trovavano alcune delle migliori menti dell’epoca ( Gesuiti in primis ) ecco verificarsi le condizioni per trasformare i grandi templi in osservatori. La Chiesa incoraggiava queste osservazioni perche’ desiderava stabilire la data della Pasqua con decenni e, se possibile, secoli di anticipo per pianificare i cerimoniali. Si ricorda che sin dal IV secolo i teologi avevano fissato la data della Pasqua nella prima domenica dopo il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera,quel giorno nel quale le ore di luce e di buio si eguagliano “equi-noctis” in latino.E’ quindi necessario stabilire con esattezza il momento dell’equinozio, definito come passaggio dell’Astro al Punto Vernale.A titolo di curiosità si citano alcune delle piu’ importanti meridiane a camera oscura in Italia e in Francia:
Santa Maria del Fiore, Firenze 1468 astronomo Toscanelli
Bologna San Petronio 1576 astronomo Danti
Bologna San Petronio 1653 astronomo Cassini
Roma Santa Maria degli Angeli 1702 astronomo Bianchini
Parigi Saint Sulpice 1743 astronomo Le Monnier
Milano Duomo 1786 Astronomo De Cesaris
Napoli Museo Nazionale 1791 astronomo Cassella
Messina Duomo 1802 Astronomo Jaci
Catania Monastero Benedettino 1830 astronomo Cacciatore
Con accuratissime osservazioni del transito del disco solare al solstizio estivo eseguite a Firenze, distanziate fino a 250 anni fra’ loro si arrivo’ a determinare l’obliquita’ dell’eclittica con sorprendente precisione,verificata in tempi moderni con sofisticati strumenti.
A partire dal XIII secolo cominciano a diffondersi meridiane con una innovazione sostanziale ossia con lo gnomone rivolto alla Stella Polare essendo esso parallelo quindi all’asse di rotazione terrestre.In questo modo e’ possibile distinguere gli OS funzionanti col sistema italico perche’ hanno lo gnomone ortogonale alla parete da quelli funzionanti nel sistema alla francese o moderno perche’ hanno lo gnomone sempre inclinato e, se con un colpo di bacchetta magica postessimo rendere invisibile o trasparente l’edificio che li ospita vedremmo sempre lo gnomone puntare al Polo Celeste Nord, esattamente come l’asse di rotazione terrestre.Epoca d’oro della gnomonica furono i secoli XVI e XVII con realizzazioni di enorme valore in tutte le citta’ Italiane, ogni villa settecentesca,col proprio barocchismo,ogni villa ottocentesca,nella sua obbedienza stilistica al Neoclassicismo,ospita sulle sue pareti grandi meridiane istoriate da allegorie dello zodiaco e della mitologia.Oltre questi quadranti si aggiungono i piccoli orologi detti “dittici” portatili, espressamente realizzati da artigiani artisti per i ricchi viaggiatori di allora. Questi strumenti constano anche di una bussoletta per il loro corretto orientamento e di un filo mobile per fungere da gnomone adattandosi alle varie latitudini.Un Celebre architetto, Piero Portaluppi, molto attivo in Valle Ossola ove progetto’ quasi tutte le magnifiche centrali idroelettriche, fu’ un grande appassionato di gnomonica e colleziono’ innumerevoli orologi portatili, oggi tutti donati e visibili al museo Poldi Pezzoli di Milano.Ecco come il grande architetto definisce romanticamente l’orologio solare e l’attivita’ interdisciplinare che si occupa della loro costruzione: ” La gnomonica è un dialogo con il Sole,è un colloquio con le stelle. Non è un capriccio,uno snobismo,un passatempo; è un bisogno assoluto è la guida della vita, è la misura della vita”.
In Italia e sopratutto nelle regioni del nord sono stati realizzati innumerevoli orologi solari e solo in Piemonte si contano piu’ di 10.000 quadranti. Il motivo e’ spiegato con la grande utilita’ che tali strumenti avevano in passato. Gli orologi da torre sui campanili erano ancora di la da venire ed anche nel periodo pionieristico iniziale, per questi strumenti meccanici era normale portare un errore nella conservazione dell’orario anche di 30 minuti a notte. Per questo motivo nelle citta’ importanti era presente un addetto chiamato “temperatore” il quale aveva il compito di rifasare l’orologio meccanico tramite l’osservazione della meridiana. A Milano ad esempio il temperatore avvisava gli astronomi di Brera i quali sparavano un colpo di cannone a salve per informare i possessori di orologi che era giunto il mezzogiorno solare vero e permettere a questi di rifasare i propri orologi da tasca..In Ossola vi sono molte belle meridiane che testimoniano quella che un tempo fu’e resta un’arte interdisciplinare in quanto essa coinvolge astronomia, scienza, disegno, pittura e scultura, nella realizzazione di mirabili gnomoni in ferro battuto.Le informazioni fornite dall’orologio solare sono di norma due. L’ora solare vera del luogo ove esso e’ posto e la data . Le linee orarie che si dipartono a raggera dal centro ove si origina lo gnomone indicano infatti le ore e le iperboli,spesso presenti sul quadrante indicano di norma il 21 di ogni mese od anche, i segni dello zodiaco, divenendo in questo modo anche un ottimo calendario.
A questo punto della lettura sorge spontanea una domanda: ” La meridiana indica la stessa ora del nostro orologio?”. No, la meridiana indica l’ora solare vera del luogo ove essa e’ posta. Questa informazione oraria era accettabile fino alle fine del 1800 quando gli spostamenti erano limitati nell’arco del tempo ed erano necessari molti giorni per spostarsi significativamente in longitudine.La cittadina italiana piu’ ad Est è Capo d’Otranto e quella piu’ ad Ovest è Bardonecchia, fra’ esse intercorre circa un’ora di tempo in movimento solare ossia, quando il Sole sorgendo da Est e spostandosi apparentemente verso Ovest transita sul meridiano di Capo d’Otranto, in quella localita’ e’ il mezzogiorno solare,ebbene, saranno necessari ancora circa 50 minuti perche’ il Sole transiti sul meridiano di Bardonecchia, cittadina posta piu’ ad Ovest.Tutti sappiamo che entrambe le cittadine hanno ai nostri giorni la stessa ora. Con l’evolversi dei trasporti rapidi e dei commerci, si e’ dovuto studiare un sistema detto dei Fusi Orari i quali dividono l’intero globo terrestre in 24 parti ampie 15° di longitudine ciascuna ed entro le quali vige la stessa ora chiamata Tempo medio. Spostandosi in longitudine verso Est, il tempo aumenta di un’ora al passaggio di un fuso e verso Ovest diminuisce di un’ora.Il tempo dell’Europa e’ detto Tempo Medio Europa Centrale ( TMEC ) e raggruppa un considerevole numero di stati i quali hanno tutti ora solare vera diversa ma stesso tempo medio.Questa unificazione per grosse porzioni di territorio si è resa necessaria perchè come già accennato spostamenti umani e scambi di merci avvenivano sempre più rapidamente.Il meridiano 15°Est passante sul monte Etna e per questo detto meridiano Etneo è quello prescelto per dare il tempo a tutta l’Europa. Per chi desiderasse conoscere la travagliata e quanto mai interessante storia dei Fusi Orari rimandiamo al prossimo capitolo dal titolo: ” storia dei Fusi Orari”.Dopo quanto detto desideriamo illustrare come controllare il giusto funzionamento di un O.S. Su ogni meridiana è riportata una “costante di longitudine” ossia di quanti minuti l’orologio e’ spostato dal fuso centrale, nel nostro caso dal meridiano Etneo. Tale valore è ad esempio per Verbania pari a circa 26 minuti. Questo indica che quando il Sole transita sul meridiano Etneo, a Verbania,situata più ad Ovest, mancheranno ancora 26 minuti perche’ tale fenomeno accada.A tale valore va’ aggiunto o sottratto un altro valore chiamato “Equazione del Tempo” ossia anticipi e ritardi con il quale il mezzogiorno si presenta e che sommandosi o sottraendosi durante il corso dell’anno genera la cifra sopra detta. Tale “errore” si genera perche’ la Terra non compie la rivoluzione attorno al Sole in modo costante ma accelera e rallenta secondo le leggi di Keplero.Fisicamente tale quantità e’ materializzata su alcuni quadranti solari con una “strana” curva a forma di “8” irregolare detta “lemniscata”. Solitamente essa e’ posta sulla linea del mezzodì del fuso di modo che nell’istante in cui l’ombra dello gnomone interseca tale curva sia il mezzogiorno del Tempo Medio dell’Europa Centrale e quindi un osservatore qualsiasi possa constatare come la meridiana funzioni correttamente leggendo in quell’istante le ore 12 di TMEC sul proprio orologio da polso..Oggi esistono anche sofisticati orologi meccanici, veri e propri prodigi della tecnica e gioielli al tempo stesso indicanti il valore dell’equazione del tempo ai loro raffinati proprietari.Oltre a questi dati forse un po’ troppo tecnici, torniamo ora all’aspetto romantico dell’O.S., rappresentato dal fatto che Egli costituisce a tutti gli effetti un piccolo specchio del cosmo del quale riproduce, incapace di mentire,tutti i fenomeni che in esso avvengono.Ore giorni e stagioni si susseguono sul quadrante della meridiana incuranti delle vicende umane e sociali.Questi oggetti fanno parte dei manufatti antichi ma non vecchi suscitando anche nel passante piu’ distratto riflessioni filosofiche sulla Vita, l’Uomo, l’Universo.Un orologio solare, posto in un bel giardino o sulla parete di una dimora, rivaleggia in bellezza con qualsiasi altra decorazione e racconta la passione per le cose del Cielo e della natura dei Proprietari. Il motto, sempre scritto sul quadrante, serve ad aiutarci a meglio affrontare la vita e condirla a volte con un pizzico di ironia per renderla più sopportabile ed indurci altresì a riflessioni profonde e intime.Anche se accennato più sopra,non è affatto necessario conoscere le cifre da sommare o sottrarre all’informazione oraria fornita dalla meridiana, è infatti l’ora della meridiana ad essere l’ora solare vera del luogo ove essa dimora, ed e’ l’ora del nostro orologio da polso ad essere una media riguardante una vasta porzione di territorio, quindi una convenzione.Oggi troppo spesso la vita moderna ci impone ritmi precisi scanditi dalla fredda precisione dell’orologio al quarzo ed è qui che entra in gioco ancora una volta il fascino antico dell’orologio solare, esso permette infatti osservando il tempo materializzato dal movimento dell’ombra dello gnomone di riappropriarsi del” proprio tempo” quello passato coi propri Cari ad occuparci delle cose che amiamo fare, liberi almeno per alcuni piacevoli momenti dalla fredda precisione del tempo “atomico” che la vita moderna con la sua smania di precisione impone a quasi tutti noi. I motti scritti sulle meridiane devono essere sibillini e devono assolvere il non facile compito di far riflettere un distratto passante il quale successivamente tornerà per certo a ragionar sul motto. Esistono molti motti e il web è una ottima fonte di ispirazione è tuttavia conoscendo la famiglia che adottera’ il quadrante che un bravo gnomonista trae ispirazione. E’ anche possibile trarre ispirazione dai propri difetti per comporre un buon motto ed e’ appunto in questo modo che apprezzai : ” troppo presto vecchio troppo tardi saggio”. E’ invece osservando lo scorrere dell’esistenza che scrissi ” …l’unica certezza è il cambiamento…..”
Oggi si assiste ad un meritato ritorno di interesse non solo verso gli orologi solari bensì anche verso tutte le cose che hanno un passato e quindi una storia da raccontare. Le meridiane, appartengono di diritto agli oggetti antichi ma non vecchi, densi di fascino e suscitano percio’ curiosita’ ed interesse in quasi tutte le persone, dalle piu’ distratte alle piu attente. Viviamo in una societa’ che fagocita e “consuma” gli oggetti, rendendoli vecchi in pochissimo tempo, logico quindi attendersi da alcune persone la ricerca di longevita’ e storia negli oggetti, il COLLEZIONISMO è una di queste appassionanti attività.Oggi anche il piu’ evoluto computer diviene obsoleto in pochi mesi, mentre un quadrante solare diviene piu’ prezioso col trascorrere degli anni.Osservare il trascorrere del tempo mediante lo spostamente dell’ombra sul quadrante di un orologio solare mai è desueto ma sempre è romantico.E’ qui giunto il momento di precisare alcuni termini, con “orologio solare” si intende uno strumento che indica alcune ore della giornata, con meridiana uno strumento che indica solo il passaggio del sole al mezzogiorno solare vero.Meridiane propriamente dette sono solo quelle ad esempio citate piu’ sopra e poste nei Templi, oggi nel comune dialogare si intende pero’ spesso per meridiana qualsiasi strumento che indichi il tempo mediante le ombre.
Per meglio illustrare le peripezie e gli studi che portarono al sistema mondiale dei fusi orari, alleghiamo un interessante scritto di Quirico Filopanti, pseudonimo di Giuseppe Barilli studioso e politico del 1800. Scritto ad opera di Gianluigi Parmeggiani e Fabrizio Bonoli dell’Osservatorio Astronomico di Bologna.